NAPOLI. “La violenza sulle donne è una piaga che continua a dilagare nella nostra società. Non è solo un crimine contro l'individuo, ma un attacco alla nostra umanità collettiva, un'offesa alla dignità di ogni persona. L'evento di oggi non è solo un'occasione per discutere e sensibilizzare, ma anche per agire. Abbiamo infatti depositato una mozione in Consiglio regionale che chiede l'installazione di una panchina rossa in ogni comune della Campania, nei luoghi che garantiscano la maggiore visibilità, con una targhetta recante il numero nazionale antiviolenza e antistalking 1522 e indicazioni in merito ai più vicini servizi di assistenza alle vittime. Considerando l'allarmante aumento dei casi di femminicidio e violenza di genere, non ultimo quello di ieri a San Giovanni a Teduccio, bisogna intervenire con determinazione e concretezza. La panchina rossa non è solo un simbolo, ma un messaggio forte e chiaro: nessuna forma di violenza può essere tollerata nella nostra società. Ringrazio i colleghi consiglieri che hanno partecipato perché questo è un tema che non ha colore politico”. Dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano a margine del convegno "Per averci creduto”, che si è tenuto nell'aula multimediale del Consiglio regionale della Campania. Hanno partecipato la vicepresidente del Consiglio regionale Loredana Raia, i consiglieri regionali Severino Nappi, Bruna Fiola e Roberta Gaeta, la psicoterapeuta e scrittrice Sandra Pagliuca, l’avvocata Claudia Pecoraro e lo psicologo psicoterapeuta Mauro Reppucci. Durante l’evento è stato proiettato un cortometraggio realizzato dalla psicoterapeuta Sandra Pagliuca. Il lavoro, ispirato ad una storia vera, racconta di una violenza sessuale su minore ed è tratto dal libro “Per averci creduto. Quando il perverso è chi ti cura” della dottoressa Pagliuca.
“Una donna vittima di violenza può impiegare più di 20 anni per sbrogliare la matassa di problemi, paure e vergogna che procura un abuso. Con la legge nota come “Codice Rosso” siamo riusciti a passare da sei mesi ad un anno per poter denunciare ma bisogna fare di più. Nel cortometraggio “Per averci creduto” racconto il plagio e l’abuso che ho subito. Se io, che ero una studentessa di psicologia, ho avuto grandi difficoltà a farmi carico di questa vittimizzazione, come può denunciare facilmente chi non ha gli strumenti adatti? Una vittima inoltre deve necessariamente essere aiutata in questo percorso e le nostre Asl non prevedono cure gratuite. In questo modo riscattarsi diventa impossibile. Eventi come questo servono a responsabilizzare la politica su un tema cruciale per il nostro Paese”. Dichiara l’autrice del cortometraggio Sandra Pagliuca.
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