NAPOLI. “Ogni partita per noi rappresenta un test, al di là di chi c'è di fronte. Lo è stato a Cagliari, in un contesto ambientale difficile, lo sarà sabato con la Juve". Così in conferenza stampa, per presentare il big match Juventus - Napoli in programma sabato alle 18 all’Allianz Stadium, l’allenatore del Napoli, Antonio Conte.
Il tecnico partenopeo ha poi aggiunto: "Penso che qualcosa è cambiato rispetto all'anno scorso, anche nella scelta di alcuni calciatori. Penso che l'aspetto fisico sia importante nel calcio di oggi. Quando parlo di calciatori top per me deve essere forte, veloce e resistente, oltre che di qualità. Noi dobbiamo essere forti, veloci e resistenti per essere al top. Ci sono stati dei cambiamenti rispetto all'anno scorso".
Sulla sfida contro i bianconeri ha specificato: “Ci auguriamo che quella con la Juve possa essere una sfida che abbia un valore. Si parte su due livelli diversi. Rispetto all'anno scorso ci sono 18 punti da recuperare. C'è da parte di entrambe voglia di rivalsa. La Juve non può di accontentarsi di arrivare terza e a distanza siderale dall'Inter. Noi non possiamo di chiudere così in ritardo rispetto a chi ci ha preceduto. Mi auguro che al ritorno avremo più certezze alla mano”.
Infine, sul suo passato in bianconero da calciatore e allenatore ha precisato: “La mia storia parla chiaro, parla di tredici anni trascorsi alla Juventus da calciatore dove sono stato anche capitano per diversi anni. Abbiamo vinto praticamente tutto. Ho avuto la possibilità di fare per tre anni l'allenatore partendo in un momento difficile e aprendo un ciclo. Faccio parte della storia della Juve per quello che ho fatto e che ho dato. Da calciatori è più semplice scegliare la proprio squadra, puoi sceglierci di restare per sempre come ha fatto Bruscolotti, Antognoni con la Fiorentina, Totti con il Napoli. Da allenatore è difficile decidere la tua carriera. La carriera da allenatore mi ha portato in piazze diverse dalla Juve, che ho onorato difendendone i colori. Oggi allenare il Napoli è per me il piacere immenso, motivo di orgoglio e soddisfazione. Fa piacere tornare in uno stadio che ho partecipato a inaugurare. Per la prima volta troverò i tifosi, dato che il Covid lo aveva impedito in precedenza. Un giorno, spero il più tardi possibile, ritroverò il Napoli da avversario e sarà un piacere".
nfine, la metafora dell’abito da indossare a Torino: "Dobbiamo indossare un bell'abito, ho il piacere e la voglia di offrire un bello spettacolo a livello calcistico. Durante le partite devi essere pronto a sporcartelo il tuo bell'abito: se non c'è la giusta cattiveria e concentrazione non va bene. Ci sono diversi momenti della partita. L'Inter ieri è andata a giocare in casa del Manchester e ha alternato momenti in cui giocava a calcio ad altri in cui era impegnata a difendersi tutti dietro la linea del pallone. Non si può indossare un solo abito ed essere vincenti. L'anno scorso si pensava molto nella fase di possesso ad attaccare e si creava un disequilibrio. Stiamo lavorando sulla cattiveria e la voglia nella riconquista e in altre situazioni di gioco".