POLLICA. “Il sequestro da 2,7 milioni di euro a un funzionario della Provincia di Salerno è solo l’inizio. È la conferma che avevamo ragione. È la conferma che Angelo Vassallo non è morto per caso, ma perché aveva toccato un sistema che oggi inizia a crollare. Quel sistema si chiamava ‘Strade Fantasma’. Lo denunciò Angelo per primo, quando nessuno osava parlare. Oggi, a distanza di anni, lo Stato si accorge che un ex funzionario pubblico possedeva ville su tre livelli, terreni e una casa sul mare, tutte sproporzionate rispetto al suo stipendio. Eppure, noi lo dicevamo da tempo. Abbiamo urlato nel vuoto, e in quel vuoto molti si sono nascosti. Mentre noi portavamo documenti in Procura e ci costituivamo parte civile nei processi, le istituzioni politiche restavano in silenzio. Il Partito Democratico, a ogni livello – nazionale, regionale, provinciale – ha scelto di non costituirsi parte civile né nel processo ‘Strade Fantasma’, né nel processo ‘Due Torri Bis’. Lo stesso ha fatto il Comune di Pollica, il paese di nostro fratello Angelo. Lo ha fatto il sindaco Stefano Pisani. Tutti hanno scelto di non esserci. Di non esporsi. Di non disturbare.” A dirlo sono Dario e Massimo Vassallo Presidente e Vicepresidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore,
“In quel processo c’erano indagati politici di primo piano: Angelo Villani, allora presidente della Provincia di Salerno; Franco Alfieri, assessore ai lavori pubblici; Giovanni Citarella, imprenditore. Erano tutti lì, ma nessuno, tranne noi, ha avuto il coraggio di sedersi dalla parte della giustizia. Perché non vi siete costituiti? Avevate paura? Dovevate proteggere qualcuno? Ma Angelo non era forse uno di voi? Non era iscritto al Partito Democratico? Non è forse stato assassinato con quella tessera in tasca? La vostra assenza nei tribunali pesa come le pallottole che lo hanno ucciso.”
“Chi ha sparato ad Angelo ha un nome, forse. Ma chi lo ha tradito lo conosciamo bene. Sono quelli che hanno taciuto. Che non hanno mosso un dito. Che oggi magari commemorano, ma ieri hanno voltato lo sguardo. La Fondazione Angelo Vassallo è stata forse l’unico ente pubblico a costituirsi parte civile. L’abbiamo fatto perché ci credevamo, perché quella morte non doveva rimanere impunita, perché a nostra madre e a nostro fratello abbiamo fatto una promessa. Una promessa che stiamo mantenendo giorno dopo giorno, anno dopo anno. Con la forza della verità, senza mai arretrare. Questo sequestro non è la fine. È un inizio. È la breccia che si apre in quel muro di omertà istituzionale che ha soffocato la verità per quindici anni. La giustizia per Angelo è lenta, ma non si ferma più. A novembre si vota. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità. La storia non si cancella. La memoria non si compra. Angelo non è morto invano. Ma pagheranno tutto e tutti.” -concludono-.
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