A Stile TV nel corso della trasmissione “Salite sulla giostra” di Raffaele Auriemma è intervenuto Matteo Gianello, ex calciatore del Napoli:
“Abbiamo trascorso anni fantastici a Napoli. Per noi che l’abbiamo vissuto, quei momenti restano indelebili nel nostro cuore. I campionati vinti in quelle annate sono paragonabili agli scudetti. Ci allenavamo nei giardinetti dell’hotel Ariston, io arrivai tra i primi quindi ho vissuto la rinascita del nuovo Napoli da zero. Quel Benfica-Napoli 2-0 dei playoff per accedere ai gironi di coppa Uefa lo ricordo perfettamente. Nel primo tempo un po ' di sfortuna ci accompagnò, ma resta l’esordio di fuoco al da Luz e dispiace per il risultato perché il Napoli avrebbe meritato di entrare nei gironi di Europa League ma abbiamo vissuto una notte indimenticabile. Loro avevano tanta qualità, anche noi ne avevamo, ma loro avevano più esperienza in campo europeo. Lo stadio da Luz ti prende perché non c’è la pista, il tifo è forte e poi il Benfica ha un allenatore che esalta la gente. Il da Luz però può esaltare anche gli avversari e sono convinto che Conte avrà preparato il match nel migliore dei modi. Il Napoli l’anno scorso è stato aiutato dal fatto di non avere la Champions perché sembrano frasi comuni, ma quando non hai il “disturbo” della Champions puoi preparare la gara sul piano fisico, tecnico e tattico, ma metterei la firma per giocare ogni 3 giorni perché vuol dire che fai parte del calcio che conta. La differenza quindi si nota dal punto di vista del recupero fisico perché dal punto mentale si supera subito. Giocare più spesso però porta maggiori infortuni e per questo il Napoli ha allestito una rosa più lunga e di qualità. Il ruolo del portiere si è evoluto tantissimo col possesso palla. C’era sempre bisogno di un uomo in più e quindi si è scelto il portiere. Già ai miei tempi si studiavano i calci di rigore, la postura del corpo per cui il calcio si è evoluto e il portiere si è dovuto adattare. Il portiere se è bravo con i piedi, ma ogni volta che gli arriva un tiro prende gol non è un grande portiere. Finché abbiamo una maglia diversa e dei guanti è giusto che venga trattato diversamente. Milinkovic-Savic ha una qualità con i piedi che in pochi hanno, è una cosa naturale, è disinvolto e rispetto ad altri che l'hanno dovuta costruire questa qualità con i piedi, lui ce l’ha naturalmente. Il ruolo del portiere è tra i più affascinanti nel mondo del calcio. Sceglierei sempre un portiere che para perché i piedi si possono migliorare, ma la tecnica di base impara da piccolo. Ho una scuola portieri, ma da qualche anno sono entrato in una rappresentativa di Verona dove ogni anno c’è un torneo e sono il selezionatore dei portieri”.