Attualità
LA PREOCCUPAZIONE
LA PREOCCUPAZIONE
Fermo pesca prorogato, cresce la rabbia dei pescatori cilentani
Antonio Vuolo
04 novembre 2025 08:57
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CASTELLABATE. Si allunga fino al 30 novembre il fermo pesca nel Tirreno, e cresce la preoccupazione anche nel Cilento, dove l’intero comparto teme per il futuro. Da Agropoli a Sapri, i pescatori sono sul piede di guerra per una decisione che rischia di bloccare l’attività lavorativa per un altro mese. "A meno di 48 ore dalla ripresa, dopo il fermo biologico, abbiamo ricevuto questa doccia gelata – spiega Luigi Infante, pescatore di Castellabate –. Ora viviamo con la paura di non poter riprendere neppure a dicembre, sarebbe un fallimento per tutti noi".

Sulla banchina del porto di San Marco il malumore è palpabile. "Parliamo di un indotto che coinvolge migliaia di famiglie in tutta Italia, costrette ogni giorno a inventarsi come sbarcare il lunario" aggiunge Osmar Carbutti, altro pescatore locale. Il motivo della proroga, stabilita dal regolamento Ue 2025/19, è legato al superamento del limite annuale delle giornate di lavoro. "Non si può giocare con la dignità delle persone" conclude Infante, chiedendo un intervento immediato delle istituzioni.

A farsi portavoce della protesta è anche il sindaco di Castellabate Marco Rizzo, presidente del Gruppo d’Azione Locale Pesca Magna Graecia, che ha scritto al ministro Francesco Lollobrigida per rappresentare la difficile situazione dei pescatori cilentani. "Castellabate, come tutta la costa da Agropoli a Sapri, conta centinaia di famiglie che vivono di pesca – sottolinea Rizzo –. Pur comprendendo le ragioni del fermo biologico, non possiamo ignorare l’impatto devastante che questa misura sta avendo su pescatori, famiglie e sull’intera filiera del mare".

Il primo cittadino propone un "incremento del sostegno economico giornaliero e tempi più rapidi per l’erogazione degli aiuti", oltre a misure strutturali da inserire nella prossima legge di bilancio: "Dietro ogni barca c’è una famiglia, dietro ogni rete ci sono donne e uomini che lavorano con sacrificio per difendere la nostra identità marinara".

Sul tema è intervenuto anche il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra, che ha spiegato: "Gli scenari erano due: nessuno usciva in mare fino a dicembre, oppure pesca oltre le 4 miglia e mezzo. Siamo riusciti a ottenere un fermo retribuito per novembre e la ripresa in mare a dicembre senza limitazioni". La Pietra ha infine assicurato che il pagamento del fermo 2023 sarà completato entro Natale, mentre quello 2024 nei primi mesi del nuovo anno, annunciando anche un tavolo di confronto con le associazioni per programmare la stagione 2026.

 



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