A 10 anni dalla morte, il Cilento rende omaggio a un pittore geniale, la cui arte ha attraversato tutto il Novecento e si è affermata anche oltre i confini nazionali. Originario di Gioi, Enzo Infante, è stato un indiscusso maestro del Verismo italiano, noto con l’appellativo di “poeta della pittura”. A Salerno ha contribuito ai lavori di decorazione del teatro Verdi ed ha realizzato il restauro e il completamento dell’affresco nella Sala Giunta di Palazzo Sant’Agostino.
Nel decennale della scomparsa le Fiere di Vallo gli dedicano una mostra antologica, in coincidenza con la “Fiera dell’artigianato” e “Sposissima
"Il Comune di Gioi allestirà un Museo permanente con circa 100 opere di Enzo Infante – ha annunciato il sindaco Salati – Provvisoriamente sarà allocato nella cappella accanto alla chiesa di San Francesco ma contiamo di individuare una sede definitiva sempre all’interno del convento".
"Con questa mostra onoriamo la memoria e l’arte di un grande cilentano – ha spiegato il vicesindaco di Vallo, Romaniello – L’amministrazione comunale assieme a Fiere di Vallo punta, infatti, a promuovere e valorizzare le tradizioni culturali del Cilento. Grazie al catalogo, sponsorizzato dalla Bcc dei Comuni cilentani, potremo tramandare questo evento nel tempo".
"Era doveroso dedicare un ricordo a un maestro che con i suoi 70 anni di pittura ha onorato il ventesimo secolo e magnificato l’arte e la terra salernitana – ha aggiunto il direttore artistico Giuseppe Ianni – La mostra celebra l’opera, l’uomo e il suo vissuto tempestoso, sempre alla ricerca dell’essenza della vita nella pittura, oltre ogni confine, misurandosi con la contemporaneità, in una tavolozza universale".
Alla Fiera dell’Artigianato è stata presentata anche l’Accademia del Cilento, un progetto dell’artista Cesare Siboni che da gennaio darà vita a Vallo della Lucania a una scuola di pittura, basata sul modello delle antiche “botteghe” con una didattica aperta a chiunque voglia apprendere o perfezionare le basi tecniche delle arti figurative, che coniuga attività di laboratorio e uno stretto contatto con gli insegnanti.
"L’obiettivo è quello di recuperare un fare arte oggi dimenticato, legato non solo a un’idea artistica, ma anche a un lavoro artigianale e a una specifica manualità che danno forma e concretezza a quell’idea", spiega Siboni. Originario di Forlì ma cilentano di Roccagloriosa per parte di madre, il maestro ha all’attivo centinaia di opere esposte in tutta Italia e all’estero, in edifici religiosi ed istituzionali, come le chiese di Forlì,
"Il percorso formativo non si limita alla manualità dell’utente ma infonde anche conoscenze storico-artistiche atte a dar maturare capacità critiche e ad affinare la sensibilità estetica, le potenzialità tecniche", prosegue Siboni. Le attività del laboratorio spaziano tra disegno, pittura, restauro conservativo, scultura e ceramica. Il corso di disegno, in particolare, prevede un avviamento che parte dalle basi tecniche fino al raggiungimento di una buona padronanza dei rapporti che intercorrono tra forma, volume e spazio. Il percorso si lega all’antico concetto di “bottega”, all’interno della quale tutto veniva prodotto artigianalmente utilizzando le materie prime, ovvero tele e telai, pigmenti, “medium” o sostanze leganti, colle, resine e vernici.
Da ieri (5 dicembre) hanno preso il via anche le grandi passerelle che contrassegnano il Salone della Sposa. La prima serata-spettacolo, a cura di Lino’s production, è stata dedicata all’intimo sposa. Martedì 7 dicembre alle ore 18 sarà di scena, invece, la quarta edizione del concorso interregionale “Orange Flowers Fashion”. Gli alunni di 8 istituti con corsi di moda e design, provenienti da tutto il Centro-Sud, si sfideranno sul palco a colpi di chiffon e swarowski. L’evento è patrocinato dal Ministero dell’Istruzione e dall’Ufficio scolastico regionale per
Orari di apertura: feriali ore 16-21, festivi 10-13 e 15-22.